A Cannes Mike Leigh presenta un film sullo scorrere dell’esistenza
Tra kolossal e film esageratamente attesi, su cui si è concentrata tutta l’attenzione, è passato sottotono Another Year di Mike Leigh (Il Segreto di Vera Drake), pellicola in concorso che brilla di luce propria.
Realizzare un film sull’esistenza è sempre un rischio: c’è il pericolo di scadere nel retorico, di risultare fasulli. Another Year è invece in sorprendente equilibrio narrativo: supportato da una sceneggiatura di ferro, non ha un vero e proprio protagonista ma racconta di diversi personaggi legati tra loro. Tom e Gerry sono marito e moglie, hanno un figlio e trascorrono un’esistenza sostanzialmente felice, anno dopo anno. Gli amici Ken e Marty sono invece soli e trovano nell’alcol la soluzione ideale.
La vita di queste persone procede, tra amore e morte, scandita dall’alternarsi delle stagioni, da estenuanti ma divertenti e brillanti discussioni. La macchina da presa è puntata discretamente sugli interpreti, Jim Broadbent e Ruth Sheen, in modo da non risultare invadente. Il tempo scorre veloce e l’unica risposta alle insidie della vita pare essere un pizzico d’ironia, quel tocco di humour che si rende indispensabile.
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